È sempre più frequente il caso di ciclisti che proseguono a pedalare anche in inverno, stagione che un tempo era dedicata al riposo ed al recupero. Complici Training Camps in zone calde, smart-rulli in grado di simulare allenamenti e gare, oltre all’allungamento delle stagioni che hanno tempi più lunghi rispetto ad un tempo e al rinnovato interesse per il fuoristrada, che permette di pedalare anche a basse temperature.
Tutto questo è molto bello ed ha dei lati positivi quali: il miglioramento della tecnica di guida su sterrato e bagnato, il piacere del turismo in bici e – perché no – una sorta di socializzazione che avviene fisicamente nei training camp e virtualmente con gli smart-trainers. Però, come in tutte le cose, vi è il risvolto negativo della medaglia: il miglioramento per l’anno seguente ne viene danneggiato, così come la costruzione anno per anno fisica della carriera e del miglioramento sul lunghissimo periodo.
Perché? Vediamolo punto per punto.
1 – IL RIPOSO
Oggi sembra inutile e superfluo. Eppure pensate alla legge della supercompensazione: mi alleno, recupero e ottengo un miglioramento. Questo avviene a tutti gli stadi. Giornalmente mi alleno un giorno, uno lo uso per recuperare, il giorno seguente ho un miglioramento. Quindi abituatevi a pensare al recupero come una fase di miglioramento.
2 – FORZA IN PALESTRA
Purtroppo ancora troppo sottovalutata dai ciclisti, nello stop Invernale la palestra è una tappa fondamentale. Fatta con continuità porta risultati inaspettati.
3 – RAGIONATE SUI VOSTRI PUNTI DEBOLI
La stagione migliore è quella pianificata. La pianificazione è tutto. E nella vostra pianificazione annuale lavorate principalmente sui vostri punti deboli. Difficoltà a scattare? Si può migliorare lavorando anche a piedi o con il pattinaggio. Problemi in salita? Lavorateci in palestra. Difficoltà in discesa? Pianificate una parte tecnica nell’allenamento.
4 – SIATE ATLETI PRIMA CHE CICLISTI
Approfittate della pausa invernale per allargare la vostra conoscenza sportiva e la vostra preparazione a 360°. Pensate quanto sia proficua la preparazione generale di un triatleta. Esplorate lo sport. Riportate conoscenze apprese in altri campi sulla bicicletta. Qualche esempio? L’incredibile capacità dei canottieri nel sopportare l’acido lattico. La resistenza aerobica dei pugili. La potenza dei pattinatori, molto simile per certi versi a quella dei ciclisti pistard.
5 – DIVENTATE ELASTICI
Lo stretching fa bene nello sport e nella vita. Mantenersi elastici vuol dire mantenersi giovani. Vuol dire soprattutto prevenzione da strappi muscolari e da movimenti maldestri che possono provocare dolore e periodi di stop. Se il Campione del Mondo Peter Sagan è anche un campione di stretching, uno motivo ci sarà. E se trovate questo esercizio noioso, pensate a due valide alternative come lo Yoga oppure alle discipline di combattimento orientali, come per esempio il Karate.
In definitiva, non dobbiamo pensare ad uno stop forzato causato dalla mancanza di manifestazioni o dal cattivo tempo come ad un momento di regresso, bensì come un’occasione per curare tutti quei particolari che normalmente vengono trascurati in stagione a causa della mancanza di tempo, e gettare le basi ed aumentare la capacità di assorbire l’allenamento – e quindi migliorare maggiormente – durante le nostre pedalate estive.