Quanto conto effettivamente l’aerodinamica in bici e a chi serve un miglioramento sotto questo punto di vista? Quale ciclista deve prendere atto che l’aerodinamica è basilare per il suo rendimento? E quanto può influenzare la propria velocità? Facciamo una breve analisi di questo fattore che, se ci pensate bene, è l’essenza del ciclismo.
Aerodinamica e ciclismo
Perché ci siamo spinti a dire che questo fattore rappresenta l’essenza del ciclismo? Perchè se ci pensate quasi tutte le gare ciclistiche ruotano attorno alla tattica e tecnica dello sfruttamento della scia. In alcune specialità questo è la parte fondamentale della gara. Nelle gare su pista, escluso l’inseguimento individuale. Nelle gare su strada, escluse le gare a cronometro. Ma anche nel ciclocross e nel mountain bike, dove la scia ha meno effetto ma che può comunque fare la differenza in diverse situazioni. Ma se sfruttare la scia di un avversario è così importante, quanto è importante migliorare la propria penetrazione dell’aria? Più di quello che la gente comunemente crede.
Circa l’85% della potenza durante la guida viene utilizzata per superare la resistenza dell’aria, il 10% viene utilizzato per superare la resistenza al rotolamento e circa un altro 5% viene utilizzato per superare l’attrito della meccanica.
Quanto è importante l’aerodinamica? Alcuni tecnici di Triathlon hanno calcolato che, alla stessa potenza, il ciclista con un buon posizionamento può risparmiare anche 2 minuti su una corsa di 30 km a cronometro. Immaginate che spesso viene calcolato che fra una ruota più aerodinamica e una meno aerodinamica si possa guadagnare 1″ e mezzo – 2″ a km. Ora applicate questa teoria al vostro corpo, che occupa una superficie frontale molto più grande delle sole ruote, e immaginate il risultato.
Chi deve migliorare questo aspetto
A quale velocità si inizia ad avere un miglioramento aerodinamico? Presto, molto presto. Pensateci bene: i maratoneti sfruttano il gruppo e le lepri nella corsa, già a 18 – 20 km/h. C’è anche un impatto psicologico rilevante nel seguire qualcun altro, ma il vantaggio della scia è innegabile già a velocità così basse. Pensate alle grandi salite delle corse a tappe: i professionisti stanno in scia anche a 16-18 km/h. Lo fanno perché ci sentono un vantaggio. Se non ci fosse vantaggio, si manterrebbero fuori dalla scia per sfruttare un minimo il rinfresco del vento. Invece seguono chi sta davanti perché la scia da miglioramenti già a velocità bassissime. Ergo: se non abbiamo nessuno che ci taglia l’aria, dobbiamo penetrarla noi nel miglior modo possibile. E possiamo definire una velocità di partenza nel cercare questo vantaggio già da 15 – 16 km/h.
Alla luce di questi dati è facile capire che tutti possono trarre giovamento da una posizione aerodinamica migliore. Anche perché l’equazione è facile: migliore penetrazione aerodinamica meno watt spesi a pari velocità, quindi meno fatica o più velocità.
Come fare a migliorare la propria aerodinamica in bici? Vediamo alcuni punti fondamentali.
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La posizione della sella
La sella deve essere posizionata in modo correlato al ciclista. Quindi in base alla lunghezza delle gambe, della proporzione tibia-femore, ma anche in base all’elasticità della persona. Oggi si tende ad andare a cercare posizione esasperate per migliorare l’aerodinamica, soprattutto nel Triathlon, con posizioni molto avanzate. Ricordate però che sacrificare troppo il confort comporta una riduzione della prestazione sulle lunghe distanze. E a dire il vero, queste esasperazioni sono già state ampliamente collaudate ai tempi dell’Unione Sovietica, dove gli atleti badavano ben poco al confort. In realtà però col passare degli anni si è capito che la sella deve mantenere la giusta proporzione.
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Flessibilità e manubrio
E’ perfettamente inutile abbassare il manubrio di 8 o 10 cm al di sotto del livello della sella se poi non riusciamo ad arrivare alla parte bassa dello stesso. In questo senso, anche molti professionisti assumono una posizione esagerata e non consona al loro livello di elasticità. Abbassare il manubrio non è l’unica soluzione per aumentare l’aerodinamica. Per esempio allungando la propria propria posizione e distendendosi maggiormente spesso porta ad un miglioramento senza cadere nel problema di scatenare rigidità nella parte dorsale e nella zona posteriore delle gambe.
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Stile
Avete mai notato che i prof pedalano con le gambe relativamente vicine al tubo orrizontale del telaio? Non è solo questione di stile, ma anche di penetrazione aerodinamica. Fino a pochi anni fa alcuni atleti erano soliti allargare i gomiti in salita, per beneficiare di una migliore respirazione. In realtà si è poi capito che il diaframma non si allarga in questo modo, e ora anche in salita i corridori migliori cercano di tenere le braccia in posizione piuttosto raccolta.E’ chiaro però che ognuno di questi piccoli miglioramenti non deve essere estremo, perché dobbiamo sempre tenere a mente che il nostro motore deve essere in grado di spingere al meglio.
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Lavorare su se stessi
Se l’aerodinamica diventa il nostro obiettivo, prima di cambiare bici e componenti sarebbe utile lavorare su stessi. Cercare di migliorare la propria flessibilità in modo da ottenere una posizione più filante. Abituarsi a pedalare a mani basse nel manubrio. Allenare i muscoli che si utilizzano maggiormente quando cerchiamo la posizione più aerodinamica possibile.
La bici aerodinamica
Fino a pochi anni fa venivano condotti molti test in galleria del vento di dubbia utilità, dove veniva valutata la posizione del ciclista. Il ciclista però essendo parte in movimento poteva intaccare molto i risultati di questi test. Oggi si tende a effettuare gli stessi test con la sola bici o con manichini, con una spinta aerodinamica più elevata. C’è da dire che molti di questi test sono guidati dal marketing e dalle forme che le aziende vogliono vendere. Spesso i risultati dei test sono veritieri ma comparati in modo non del tutto chiaro. Possiamo dire che le bici hanno ottenuto sì dei progressi aerodinamici, ma se ci pensate bene anch i vecchi telai in acciaio, essendo molto sottili, offrivano una resistenza aerodinamica minima. E’ chiaro poi che tutti i fattori devono convergere: rigidità, leggerezza, aerodinamica. A volte si preferisce perdere qualche punto in una direzione per guadagnarlo in altre.
Una delle componenti che influenzano maggiormente l’aerodninamica sono le ruote. Questo perché girano e creano un vortice. Una ruota di bicicletta lanciata a 40 km/h effettua circa 320 rotazioni al minuto. Facile capire quanto può influire la penetrazione dell’aria.
Le migliorie che non ti aspetti
Esistono delle zone di miglioramento che vengono raramente prese in considerazione. Eppure si sta parlando di una scienza basata sulle finezze, e le finezze fanno la differenza. Vediamo alcuni punti che vengono spesso dimenticati quando si parla di aerodinamica:
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La parte posteriore di noi
Lo sanno bene i progettisti di moto. Qaunto è importante la coda, la parte posteriore di una moto nell’aerodinamica? Moltissimo, perché è la parte dove il vortice di aria si chiude. Tutti si preoccupano dell’impatto frontale, ma in realtà avere un bel bacino ruotato in avanti, tasche molto attillate ed una posizione allungata della schiena può portare a dei grandi risultati.
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Le pedivelle più corte
La tendenza oggi è quella di cercare di allungare le pedivelle per aumentare la forza rotazionale. Teoria dubbia, perché la potenza si ottiene moltiplicando la forza per la velocità. Di indubbio invece c’è che 2,5 mm in meno di lunghezza di pedivelle fa guadagnare qualcosina in un punto dove c’è un vortice d’aria, ovvero dove sono i nostri piedi. In pista per esempio molti atleti utilizzano pedivelle di soli 165 mm. Da valutare sempre il rapporto tra una possibile perdita di potenza o di confort a favore di una migliore aerodinamica.
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Abbigliamento
Oggi tutti sono molto più attenti all’aerodinamica del nostro abbigliamento. Si tende a cercare gli abiti più attillati, i caschi più chiusi. Spesso però si tralasciano particolari importanti come i guanti o le scarpe. Curare l’abbigliamento in tutte le sue parti porta sicuramente a un miglioramento.
Aerodinamica e sicurezza.
Le posizioni estreme di certi atleti non vanno copiate. La classica dicitura “scena pericolosa, non fatelo a casa”. Ci sono molti ciclisti che hanno affrontato gare a cronometro con biciclette specifiche da crono perdendo tempo rispetto alla loro solita bici di tutti i giorni. Questo perché tutto richiede una preparazione. Tutto richiede un’abitudine. Non portate le cose all’esasperazione sacrificando confort e sicurezza. L’aerodinamica è una sfumatura importante che però non può prescindere da quelli che sono altri fattori fondamentali delle nostre uscite in bici come la capacità di spinta, la respirazione, la guidabilità del mezzo, la nostra capacità di continuare a pedalare anche dopo svariati km.