Cosa determina se una salita è la più dura o no? La lunghezza che sembra non finire mai o la pendenza impossibile? Oppure ancora quelle salite maledette, che a un certo punto spianano e ti fanno rilassare, per poi presentarti il conto (e salato) nel finale? Difficile dirlo. Noi abbiamo pedalato in Friuli, e abbiamo affrontato la salita del Sauris. Che racchiude in sé tutte le caratteristiche sopra citate.
La zona del Sauris
Sauris, denominata Zahre nella lingua locale, è una comunità italiana di appena 390 abitanti della Regione Friuli–Venezia Giulia. E’ un‘isola linguistica germanofona, facente parte del Comitato delle isole linguistiche storiche di lingua tedesca in Italia. Secondo la leggenda, la comunità di Sauris sarebbe stata fondata intorno al XIII–XIV secolo da due soldati tedeschi che, esausti dalla guerra, si erano rifugiati in questa valle remota e impervia. In realtà, l‘immigrazione sarebbe avvenuta dalla Lesachtal e dalla Pusteria nel XIII secolo. Il primo documento che attestasse l‘esistenza di Sauris risale al 1280.
Tra il 1941 e il 1948 venne costruito l‘impianto idroelettrico della Val Lumiei e la relativa diga, nonostante si fosse in piena guerra. Proprio per la scarsità di uomini che ciò comportava vennero coinvolti nella costruzione anche 300 prigionieri di guerra neozelandesi. La località La Maina venne sommersa dal lago artificiale e ne restano i ruderi sott‘acqua.
La salita in bici a Sauris (Sella Razzo)
Questa salita è molto conosciuta in zona, ma un po’ meno a livello nazionale. E’ stata protagonista di una delle tappe più dure del Giro d’Italia, dove precedeva quella che forse è la salita più dura di tutte per antonomasia, il Monte Zoncolan, dove era posto l’arrivo. E il 31 Maggio 2014 vinse Michael Rogers proprio su queste strade.
La salita più dura
Questa salita non è la più dura d’Italia. Per i suoi dati di lunghezza e pendenza, potremmo inserirla in una ipotetica classifica a metà strada fra il Passo Pordoi e il Passo Stelvio. Nomi comunque di tutto rispetto. Ma definire quale sia la salita più dura è impossibile: si tratta di una cosa personale. Per alcuni la lunghezza gioca un ruolo fondamentale. Il dover rimanere sotto sforzo per oltre 1h30′ come nel caso di questa salita può essere deleterio per alcuni. Per altri è la pendenza che gioco il ruolo decisivo. E qui, come abbiamo visto nel video, i picchi di percentuale non mancano assolutamente.
Per alcuni ciclisti invce le salite più dure sono quelle dove manca regolarità. Il dover affrontare un tratto duro, poi trovare un falso piano per poi riprendere con pendenze importanti, porta alcuni a rilassarsi troppo e a non essere più in grado di affrontare i tratti successivi in modo scattante. Si tratta di caratteristiche personali, sia fisiche che mentali. E per voi qual è il genere di salita più duro?
La descrizione della salita in bici
Si tratta di una salita lunga che va affrontata con calma. E’ fondamentalmente divisa in due parti. La prima, lunga circa 9 km, porta al lago in modo piuttosto costante e non troppo ripido, salvo per una impennata proprio nel finale. Il costeggiamento del lago ci offre 2 km di pianura con un paesaggio bellissimo, e poi comincia la salita vera, che però arriva dopo aver già spinto per 11,5 km.
Come da copione per le salite epiche, ovviamente la parte di salita più dura è quella finale. C’è da tenere presente che si parla di 24 km di salita. Quindi se consideriamo una velocità media di 12km/h, siamo in salita per 2 ore intere. E’ importante in questo caso bere e anche mangiare in salita, perché si tratta di una distanza veramente impegnativa.
La bici che abbiamo usato
Ancora una volta abbiamo affrontato la salita più dura con una Daccordi Borea in acciaio. Non lo abbiamo fatto perché sia il nostro modello preferito o perché preferiamo le nostre bici in acciaio rispetto a quelle in carbonio o titanio. Abbiamo usato questa bici semplicemente per dimostrare che anche l’acciaio è adatto per la salita. In fin dei conti, un telaio in acciaio impatta in negativo sul peso della bici per 500 – 800 grammi al massimo a parità di montaggio.
Consigli per affrontare una salita dura
Come abbiamo già detto, bisogna tenere presente il tempo di salita. Non fermiamoci mai al dato della pendenza o del chilometraggio. E’ essenziale fare in anticipo una stima realistica sulla velocità media che possiamo tenere in salita e calcolare il nostro tempo di percorrenza. Una salita del genere va pianificata. Sfruttare le parti meno dure per mangiare qualcosa e bere è essenziale per avere energie nell’ultima parte, che è la più dura.
Abbiamo visto Patrick ed Emiliano in salita pedalare spesso in piedi sui pedali. Questo perché sono fisici leggeri e adatti alla salita. Per fisici più robusti invece sarebbe meglio spingere un rapporto in meno e mantenersi il più possibile seduti e fermi con il busto per non alzare ulteriormente il battito cardiaco.
La salita del Sauris non porta ad altimetrie esagerate, e quindi non porta a soffrire di mancanza di ossigeno causa altitudine. Ma si arriva comunque a 1800 metri e bisogna tenere conto che a queste altezze il meteo può variare repentinamente. Anche questo fa parte della programmazione. Mai prendere sottogamba una salita di 24 km.
Qual’è la salita più dura che avete affrontato in bici? Scrivetecelo nei commenti ??? Ci piacerebbe molto creare un elenco di salite impossibili!