L’ultima della nostra stagione sulle Salite da Incubo: il Colle della Fauniera in bici non è solo una salita dura. E’ iconica. E’ leggendaria, ed attira dai 500 agli 800 ciclisti a settimana.
La vetta
Il Colle di Fauniera raggiunge ben 2.481 m s.l.m. ed è classificato cone uno dei Luoghi del Cuore FAI. Ma è fortemente nel cuore anche degli appassionati di ciclismo.È infatti diventata una delle mete di montagna più ambite dagli scalatori su due ruote,d opo che è stata scalata al Giro d’Italia del 1999 nella tappa Bra – Borgo San Dalmazzo, vinta da Paolo Savoldelli che realizzò un’impresa memorabile nella discesa dal Colle Fauniera in bici. In quell’occasione Marco Pantani scattò in salita, conquistando al termine della tappa la Maglia rosa, un’impresa rimasta negli annali della gara, ricordata con un monumento in pietra posto proprio sulla sommità del colle.
La salita al Colle della Fauniera in bici
E’ una salita dal paesaggio fantastico. Se si riesce a trovare il tempo per ammirarlo.
E’ una salita dura da sotto a sopra, che non concede attimi di respiro, se non per un breve tratto dopo il Santuario di Castelmagno. I cartelli che indicano la pendenza ad ogni km non aiutano psicologicamente: 9%, 9.5%, 10%, 9.2%… insomma una fatica continua. Inutile dire che bisogna essere attrezzati con i rapporti adeguati, perché qui si parla di 2 ore di salita. Bisogna riuscire a bere e mangiare sotto sforzo, anche perché la salita è tutta esposta al sole.
La bici con cui abbiamo scalato il Fauniera
Come abbiamo appena detto, fondamentale su questa salita è avere i giusti rapporti. L’ex professionista Patrick Martini ha pedalato su di una Daccordi Borea montata Campagnolo Record dotata di una guarnitura 36-52 e di un generoso pacco pignoni 11-34. Come abbiamo fatto per altre salite, abbiamo mostrato come una bici in acciaio può essere competitiva in scalata.
E se andiamo in crisi su di una salita come questa?
Patrick avverte: una crisi è possibile. Bere e mangiare per evitarla, e ovviamente non esagerare all’inizio della salita. Ma le crisi capitano. E quasi sempre le ingigantiamo con la testa, perché quando capiamo di essere in crisi ci abbattiamo moralmente.
Ma su di una salita che dura 2 ore, abbiamo persino il tempo di entrare in crisi e magari di riprendersi. Basta rallentare leggermente il passo e nutrirsi con qualcosa a rapido assorbimento, come maltodestrine o fruttosio. Bere, il più possibile, soprattutto se si mangia. E non mollare di testa, mantenere la calma. A volte una crisi dura ora, ma spesso sono momenti passeggeri. 15′-20′ di dolore. Certo, se si tratta di competizione, è abbastanza per farci perdere tante posizioni. Ma se si tratta di una nostra sfida personale, forse niente è perduto, mantenendo la concentrazione.
Il Colle di Fauniera raggiunge ben 2.481 m s.l.m. ed è classificato come uno dei Luoghi del Cuore FAI. Ma è fortemente nel cuore anche degli appassionati di ciclismo. È infatti diventata una delle mete di montagna più ambite dagli scalatori su due ruote, dopo che è stata scalata al Giro d’Italia del 1999 nella tappa Bra – Borgo San Dalmazzo, vinta da Paolo Savoldelli che realizzò un’impresa memorabile nella discesa dal Colle Fauniera in bici. In quell’occasione Marco Pantani scattò in salita, conquistando al termine della tappa la Maglia rosa, un’impresa rimasta negli annali della gara, ricordata con un monumento in pietra posto proprio sulla sommità del colle.
Conoscete altre salite in bici inesplorate come questa? Delle pendenze degne di una tappa al Giro d’Italia? Se sì ditecelo nei commenti!