Le tubazioni per bici in carbonio lavorate in Italia raggiungono una qualità superiore per resistenza, elasticità, trazione e sopportazione del carico di rottura.
Le fibre
La bontà del carbonio non è data dalla sola laminazione esterna espressa in “K”,che rappresentano gli intrecci delle fibre, ma soprattutto dalla direzione che viene data a questo intreccio di fibre, e dall’alternare fibre unidirezionali sovrapposte a 90° con le fibre ad intreccio di 45°. La disposizione delle fibre viene denominata lay-up ed è essenziale per la robustezza del telaio, a tutti gli strati, sopratutto a quelli più interni e non visibili a occhio nudo. Ma anche agli strati intermedi: la tubazione in carbonio per bici, infatti, solitamente conta dai 6 ai 10 strati. Le parti più interne e nascoste non donano solamente robustezza ma anche le volute caratteristiche meccaniche.
I tessuti utilizzati sono tutti a base di carbonio pre-impreganto con resina. Il carbonio denominato Altissimo Modulo – Altissima Resistenza raggiunge le capacità meccaniche migliori. La lavorazione Daccordi implementa il carbonio con speciali resine e Kevlar per aumentarne elasticità, carico di rottura, resistenza alla fatica del materiale, e per evitare la classica rottura ad “effetto vetro”. “L’effetto vetro” è la rottura imporvvisa e senza preavviso delle fibre del materiale. Questo può avvenire per impatti precedenti che hanno intaccato le fibre di carboinio più interne. La lavorazione artigianale tramite stratificazione permette di posizionare gli strati migliori di fibre di carbonio ed il kevlar nel modo più opportuno a seconda della sollecitazione della specifica parte di telaio. In questo – donando un tocco di elasticità alle fibre – l’eventuale rottura avviene con un minimo di margine di preavviso.
La stratificazione
La stratificazione è un processo che avviene dopo l’incollatura. In pratica l’incollaggio serve quasi solamente a creare la giusta sagoma, con i giusti angoli e le giuste misure, ma non offre robustezza alla struttura stessa. La robustezza è data dalla sovrapposizione di fibre di carbonio e kevlar pre-impregnate in apposite resine. Questa sovrapposizione deve avvenire in assoluta assenza di ossigeno. Una eventuale bolla d’aria causerebbe l’indebolimento di tutto il processo produttivo, con una probabile rottura del telaio.
Questo processo produttivo viene anche chiamato Mandrel Wrapping in Autoclave ad alta pressione. Si sommano le tensioni del materiale termoretraibile utilizzato che genera pressione di compattazione e la pressione sul mandrino maschio dell’autoclave. Il risultato è quello di aumentare la resistenza del materiale riducendo a zero vuoti per gas o aria e di distribuire la resina uniformemente in tutto il tessuto, aumentando lievemente il peso specifico. Questo garantisce un aumento di resistenza a parita’ di sezione di materiale e permette di ridurre gli spessori al valore minimo.
Grande produzione contro artigianalità
La garanzia della bontà della lavorazione è la ristretta produzione. I telai stratificati delle bici in carbonio lavorati in Italia vengono costruiti uno a uno e per questo severamente controllati. Il telaio stampato nasce all’interno di una catena di montaggio. Esistono telai stampati lavorati in Italia che offrono qualità costruttive alte. Questo valore è dato sempre dai numeri limitati rispetto alle grosse produzioni orientali. Ma la produzione italiana di telai in carbonio è data principalmente dal modello stratificato, anche per le possibilità di personalizzazione. Non ultima la possibilità di utilizzare tubazioi da diversi fornitori e mescolarli all’interno del progetto di un unico telaio, in modo da mescolare e sfruttare le caratteristiche meccaniche in modo personalizzato.