Abbiamo già illustrato in un precedente articolo le caratteristiche necessarie per affrontare la preparazione all’Endurance, focalizzando in 10 punti le cose da memorizzare e soprattutto gli errori da evitare. Adesso diviene fisiologico parlare del mezzo più idoneo per affrontare una lunga distanza con notevole sforzo fisico.
Cerchiamo in primis di comprendere le caratteristiche essenziali che dobbiamo tenere ben presenti.
Phil Burt di Bike Fit consiglia di preferire sempre il comfort alla posizione estremamente aerodinamica o ad un posizione pensata solamente in funzione della miglior prestazione. Questo perché sulla distanza un comfort migliore porterà anche ad una prestazione migliore grazie alle energie risparmiate.
E’ chiaro che questo consiglio non ha la medesima valenza per tutti, infatti chi ha in previsione pedalate in pianura di breve o medio raggio, magari in zone ventose, dovrà avere un occhio di riguardo per l’aerodinamica. Ma in linea generale puntando tutto sul comfort non si sbaglia mai.
Cosa genera il comfort nel mezzo meccanico
Molti neo-ciclisti non lo sanno, ma la prima caratteristica tecnica che migliora il comfort è la geometria del telaio. E’ vero che la posizione in sella è adattabile e modificabile, ma la base di tutto è un telaio geometricamente perfetto, costruito sulle misure antropometriche del ciclista. Per esempio oggi pochi guardano all’angolo di inclinazione del piantone verticale, che invece è un fattore fondamentale per l’equilibrio comfort – prestazione.
Sfatiamo il luogo comune: il carbonio non è sempre rigido
Con la produzione industriale in Asia ci siamo abituati a tipologie di carbonio usato per le biciclette di qualità non eccelsa. Anche i grandi marchi spesso hanno fatto passare il messaggio che il carbonio è molto rigido e quindi prevalentemente adatto ad un certo tipo di ciclista in cerca della prestazione pura. In realtà esistono circa un centinaio di tipologie di fibra di carbonio diverse, impiegate per svariati settori e per svariati scopi. I produttori Italiani che ancora producono veramente in Italia generalmente utilizzano fibre di carbonio di elevatissima qualità, ed il procedimento di lavorazione artigianale consente nell’avere un occhio di riguardo per l’elasticità durante la fase di costruzione del telaio. L’aggiunta di kevlar fra le fibre aiuta inoltre questo processo, ottenendo a volte dei telai in carbonio dalle qualità di comfort egregie.
Il ritorno dell’acciaio
Sempre più appassionati di ciclismo endurance scelgono un telaio in acciaio. Sembra un controsenso, un passo indietro a livello tecnologico, ed invece non è così: l’acciaio ha dimostrato negli anni di essere non solo un materiale durevole, ma anche di possedere qualità di assorbimento delle vibrazioni uniche. Questo lo rende ulteriormente un materiale prezioso considerando che la qualità del manto stradale sta peggiorando un po’ in tutta Europa.
Il punto di appoggio fondamentale: la sella
Si tratta di un argomento delicato. E’ difficile consigliare una sella adatta: è un oggetto estremamente personale e solo lunghe prove possono far decidere per una o l’altra sella. Vi ricordate del discusso campione Americano Lance Armstrong? Aveva grande cura nella preparazione del mezzo, e prima di affrontare il Tour de France utilizzava diverse selle già nell’Inverno precedente per “fargli prendere la forma”. Questo la dice lunga sull’importanza di questo particolare della bici, soprattutto se si parla di Endurance.
Gli Pneumatici: le nuove tendenze
Gli ultimi studi hanno dimostrato che la larghezza dello pneumatico non penalizza la scorrevolezza, come invece si pensava negli anni indietro. E’ vero che una gomma più larga pesa leggermente di più, ma pensate a quante vibrazioni in più può assorbire. Attualmente gli stessi atleti professionisti solo soliti usare la misura di 25 mm, ma alcuni costruttori come per esempio Michelin consigliano addirittura 28 mm per il ciclismo endurance.
Particolari Personalizzati
Rivolgendosi ad un costruttore in grado di fornire un prodotto personalizzato, si può richiedere alcune piccole caratteristiche tecniche di costruzione specifiche per il ciclismo endurance. Per esempio non è da scartare l’ipotesi di richiedere un telaio predisposto per portapacchi, luce dinamo nel mozzo e parafanghi: se un giorno deciderete di partecipare ad una Parigi – Brest o gare simili, queste cose vi torneranno utili.
Più nel dettaglio tecnico si potrebbe richiedere un carro posteriore più lungo, quindi ruota posteriore più lontana dal centro della bici con relativa perdita di reattività ma con un certo comfort in più guadagnato. Dai nostri studi e test abbiamo poi stabilito che il sistema “monostay” – ovvero un tubo unico posteriore che scende dal tubo sella alla ruota posteriore – è da scartare, anche se oggi largamente usato nella produzione di telai in carbonio, a favore delle 4 canne tradizionali. Una geometria poi troppo sloping del telaio porta generalmente a più rigidità e quindi a meno comfort.
Si potrebbe continuare a lungo, i particolari tecnici sono molti, e siamo sicuri che i più appassionati li conoscono quasi tutti, ma per affrontare veramente al meglio la splendida disciplina del ciclismo di lunga distanza vi consigliamo di rivolgervi ad un vero telaista, perché è sull’endurance che l’esperienza del costruttore viene esaltata.
Ottime e oneste valutazioni che non fugano tutti i dubbi ma mettono in relazione fattori molto importanti su ciò che si deve considerare per un giusto acquisto.
Io per esempio trovo l’uso dei tubless di gran aiuto sulle strade disastrate che abbiamo (sono anche un biker) e la larghezza dei pneumatici anche , visto che nom debbo battere il record dell’ora ad ogni uscita..!!!
ottimo articolo grazie