Le bici gravel sono nate come una naturale evoluzione delle bici da strada, con un maggiore spazio per gli pneumatici e una versatilità che le ha rese subito popolari. Inizialmente simili alle bici da ciclocross, nel tempo si sono avvicinate sempre di più alle mountain bike, diventando il punto d’incontro perfetto tra diversi mondi del ciclismo.
Nel panorama del bikepacking, le differenze tra una mountain bike e una gravel bike sono ormai sottili. Molti ciclisti adottano soluzioni ibride, utilizzando telai da MTB con manubri drop bar o viceversa, a seconda delle esigenze del percorso e dello stile di guida. Questo avvicinamento tra le due discipline è il risultato di un’evoluzione tecnologica e di un cambiamento nelle abitudini dei ciclisti.
Anche la mountain bike ha seguito una traiettoria simile nel corso degli ultimi trent’anni. Se un tempo gli pneumatici da 1,9 pollici erano considerati lo standard, oggi difficilmente si scende sotto i 2,2 pollici. Le gare di alto livello confermano questa tendenza: nella sua vittoria olimpica a Parigi, Tom Pidcock ha utilizzato gomme da 2,4 pollici.
L’evoluzione degli pneumatici gravel si deve anche alla dinamicità dei costruttori di telai. Mentre i grandi marchi hanno bisogno di stagioni intere per riprogettare un telaio, i produttori di nicchia possono sperimentare con maggiore libertà, adattando rapidamente i loro modelli alle nuove tendenze. Questo approccio artigianale ricorda gli albori della mountain bike negli anni ’80, quando piccole officine artigianali sviluppavano nuove soluzioni in maniera agile e innovativa.
Negli ultimi anni, le dimensioni degli pneumatici gravel sono aumentate progressivamente. Agli albori, 35mm era considerata la giusta larghezza, ma il 38mm è diventato lo standard immediatamente. Successivamente, il 40mm ha dominato la scena. Attualmente, si osserva una transizione verso pneumatici da 50mm.
Le Monster bike, come la Daccordi Annibale, delle gravel considerate fino a pochi anni fa estreme, quasi fuori luogo come fossero degli esercizi di stile prodotte da un costruttore eccentrico, stanno diventando sempre più comuni e qualcuno pensa persino che soppianteranno totalmente le gravel tradizionali nel futuro.
Nel mondo delle competizioni, le gare gravel come l’Unbound stanno già adottando pneumatici di larghezze tipiche delle MTB. Atleti come Payson McElveen e Lachlan Morton hanno gareggiato con gomme da 2,25 pollici e 2,1 pollici.
Con questa rapida evoluzione, i ciclisti che desiderano restare al passo con le nuove tendenze potrebbero dover aggiornare le proprie bici. Molti telai attuali sono ottimizzati per pneumatici fino a 44mm, il che potrebbe limitare le opzioni di upgrade. Sebbene sia possibile montare pneumatici da 50mm su alcuni modelli, il rischio di problemi di compatibilità, specialmente in condizioni di fango, è elevato, non essendoci il sufficiente spazio per lasciare defluire lo sporco che si può accumulare intorno allo pneumatico.
Ma perché cercare gomme più larghe? La nostra Daccordi Annibale è nata per chi pratica un gravel cattivo, dove la classica strada sterrata diventa spesso un sentiero e dove si incontrano spesso sassi o radici. C’è poi un altro fattore importante da tenere a mente: il bike packaging. Caricando peso sulla bici, le gomme rimangono in uno stato di compressione e perdono in parte la loro capacità di attutire le asperità del terreno. Una gomma più larga aiuta notevolmente. Rimane sempre da valutare quale sia la perdita di scorrevolezza di pneumatici da 50mm data dalla maggiore superficie a terra. Ovviamente la risposta non è una sola, ma la soluzione migliore si ottiene dal miglior compromesso ed in base alle proprie esigenze.