Preparazione è la parola d’ordine di qualsiasi sportivo in vista della nuova stagione, ma ancor prima di questa ve ne è un’altra altrettanto importante se non di più: programmazione!
Nonostante tutto molti atleti continuano a improvvisare, procedono a tentoni navigando prevalentemente a vista con la conseguenza di raccogliere, nel bene o nel male, ciò che arriva. Sia l’atleta di alto livello che il ciclista della domenica, programmare in anticipo la stagione non potrà che essere un vantaggio competitivo di non poco conto per ottenere ampia soddisfazione dal proprio impegno e sudore.
Vediamo alcuni punti determinanti su cui riflettere per programmare efficacemente l’arrivo alla nuova stagione.
DETERMINARE GLI OBIETTIVI
“Chi non pianifica sta pianificando il fallimento”, diceva Benjamin Franklin.
La prima vera regola è porsi degli obiettivi concreti e fattibili. Obiettivi che devono essere all’altezza non solo delle nostre aspettative ma anche realizzabili. Ovvio è che parlando di agonismo non punteremo ad un buon risultato in una corsa durissima se il nostro fisico è pesante e potente, così come parlando di un semplice obiettivo personale non punteremo ad una prestazione durante un periodo dell’anno in cui siamo sovraccarichi di lavoro e quindi stanchi. Bisogna tenere presente nello scegliere un obiettivo anche il nostro storico, ovvero le prestazioni passate. Se ad una determinata Gran Fondo abbiamo ottenuto l’anno precedente un 90° posto assoluto, non punteremo sicuramente alla vittoria per l’anno successivo (anche se ci piacerebbe), ma magari penseremo a come arrivare fra i primi 60 – 70.
SCOVARE GLI ERRORI DEL PASSATO
In ottica di miglioramento non c’è cosa migliore di mettersi a rivedere gli obiettivi passati e cosa ci ha permesso di raggiungerli e cosa può avercelo impedito. Ricordiamoci della famosa massima di Confucio “Studiare il passato definisce il futuro”. Ci sono stati errori? Si poteva migliorare alcuni punti specifici? Per esempio abbiamo partecipato ad una lunghissima randonnée con il solo obiettivo di portarla a termine, ma siamo stati costretti al ritiro. A questo punto bisognerà domandarsi se l’alimentazione è stata adeguata, se l’organizzazione propria con persone al seguito o il carico di materiale di scorta sia stato abbastanza curato. La preparazione fisica non è l’unico aspetto che determina una prestazione, anzi.
LA TABELLA DI AVVICINAMENTO
La programmazione esiste a livello annuale, mensile, settimanale, persino giornaliera. Se la programmazione annuale ci darà una linea guida essenziale per l’impostazione dell’intera annata, nelle ultime settimane subentrerà una tabella di avvicinamento più specifica. I test prestazionali non dovranno essere più solamente roba da laboratorio, ma vere e proprie simulazioni di gara, oppure partecipazioni a gare simili. Se l’obiettivo impostato non è una gara specifica ma semplicemente un periodo dell’anno che racchiude una serie di competizioni, si dovrà calcolare in quali di queste sia possibile ottenere una buona prestazioni ed in quali non valga la pena un impegno massimale, partecipandovi solo a scopo mantenimento della condizione fisica.
LA FORTUNA DEVE ESSERE AIUTATA
Quando Michael Schumacher approdò alla Ferrari disse che non era importante quanto andava forte la macchina in quel momento, ma che assolutamente avrebbe dovuto iniziare a finire tutte le gare, a costo di andare più piano. Affidabilità e continuità sono la base del miglioramento. Se optiamo per materiali ultraleggeri e performanti che, magari, non sono in grado di garantire una durata adeguata non dobbiamo poi lamentarsi se a causa di un guasto meccanico non abbiamo raggiunto il nostro fine. È stato un dettaglio al quale non abbiamo dedicato la dovuta attenzione. Soppesare prestazione ed affidabilità sia del mezzo meccanico che di voi stessi: un peso corporeo non in linea con il fisico a volte porta un peggioramento o addirittura ad una crisi, anziché ad un miglioramento.
RIASSUMIAMO UNA PIANIFICAZIONE
Gli obiettivi che richiedono una prestazione fisica estenuante non dovrebbero essere più di 2 – 3 all’anno. Errore comune a molti è quello di non fermarsi mai: uno o più stop nel corso dell’anno permette al fisico di rigenerarsi e di migliorare. La tabella programmatica dovrà includere un piano di step annuali, mensili, settimanali e giornalieri, ma non deve assolutamente essere uno schema rigido. Un buon preparatore è colui in grado di seguire passo dopo passo e che è pronto a modificare gli schemi in base ai risultati ed alle sensazioni. Non riuscire a rispettare i piani, non deve essere letto come segno di debolezza, bensì come l’occasione per rivedere o magari modificare l’obiettivo: a volte una ripianificazione in corso d’opera può portare a centrare goal più verosimili e con più soddisfazione.
In definitiva, ricordiamoci che un cattivo piano è meglio di non avere un piano. Ripensare al passato, programmare in modo realistico senza voli di fantasia, rivedere e riassumere sono fasi fondamentali. E se vogliamo essere veramente al top, prepariamoci anche un eventuale piano B, che non si sa mai. Anche questa è previsione e programmazione.