Le cadute stanno purtroppo aumentando sensibilmente; lo possiamo vedere noi stessi al Giro d’Italia o al Tour de France, dove negli ultimi anni si verificano continuamente episodi di cadute di gruppo.
Perché sono sempre di più? Difficile dirlo: alcuni giornalisti puntano il dito sui corridori che, nel tentativo di estremizzare la prestazione tralasciano di curare a dovere la tecnica di guida.
Altri sono arrivati addirittura a dire che molti corridori fanno uso di cannabis nelle borracce, cosa secondo noi improbabile, ma che ha scatenato poco tempo fa parecchio clamore con tanto di servizio televisivo.
Noi vorremmo, a tal merito, dire la nostra.
La produzione delle bici dei Professionisti è industriale e quindi totalmente standardizzata. Questo secondo noi, che le bici le facciamo a mano una per una, è sicuramente deleterio per le prestazioni di guida del mezzo. Aggiungiamo poi che per lo meno qui in Italia la qualità dell’asfalto è notevolmente peggiorata e, otteniamo una situazione di alta instabilità a fronte di prestazioni atletiche sempre più elevate.
Ma è possibile evitare una caduta quando si pedala in gruppo, sia esso composto da un plotone di professionisti oppure solo un piccolo gruppo di allenamento? Siamo destinati a cadere ed a essere “tirati in terra” dalla massa?
Sicuramente pedalare in gruppo non è facile, ma con un po’ di tecnica e seguendo qualche piccolo consiglio si può decisamente aumentare la nostra sicurezza.
Parliamo chiaro: sicuramente ognuno di noi conosce qualche ciclista con scarse capacità di guida. Qualcuno, amichevolmente soprannominato magari “chicane” perché non riesce ad andare dritto nemmeno in rettilineo e zigzaga continuamente. Chi non conosce qualcuno detto “il vigile” perché pedala sempre a centro strada, oppure “rotonda” perché cade praticamente ogni 2 rotonde che affronta? Anche se non siete al corrente della “fama” di chi vi precede in gruppo, valutate bene chi avete davanti, ed eventualmente tenetevi alla larga. Questa è una base fondamentale: se state seguendo un buon ciclista, le vostre probabilità di cadere saranno drasticamente ridotte.
Visibilità, manca spesso quando si pedala in gruppo, perché si pedala a testa bassa, perché abbiamo davanti un corridore molto più alto (e largo?) di noi, perché siamo concentrati … conquistiamoci un minimo di visibilità: non stiamo perfettamente a ruota di chi ci precede, ma stiamo 5 centimetri spostati sulla sinistra. Perché a sinistra? Perché a destra c’è il cambio, ed in caso di scarto improvviso potrebbe darvi noie alla vostra ruota anteriore; a sinistra avrete un’ampia via di fuga. L’effetto scia non sarà sminuito, non aumenterà il vostro grado di affaticamento, ma aumenterà la vostra sicurezza.
Non scartate le buche improvvisamente, buttando in terra chi vi segue. Abbiate rispetto del gruppo, ed il gruppo rispetterà voi. Le buche vanno segnalate, scansate nel limite del possibile, ma se sbandate precipitosamente rischiate di essere voi a creare una caduta di gruppo. L’alternativa tecnica è imparare a saltarle, nel modo corretto, senza sbandare. Questo in gruppo è concesso, ed anzi è utile, va solo allenato a dovere. Magari qualcuno fra i più esperti di voi ricorda l’imponente Andris Nauduz saltare totalmente un corridore a terra durante una volata al Giro d’Italia….
Le frenate improvvise sono forse la cosa che fa più paura quando si pedala in gruppo. Spesso non è nemmeno colpa di chi vi precede: un cane che attraversa una strada, una signora anziana … come essere pronti? Avendo già menzionato la visibilità ed in parte l’attenzione durante la marcia, dovremmo inoltre ricordarci di avere i freni a posto, ben regolati, e di essere pronti con 2 dita sempre vicine alle leve dei freni. Ricordiamo poi che i freni vanno azionati entrambi, insieme, con un dosaggio di forza distribuito circa con il 70% sull’anteriore ed il 30% sul posteriore. Il peso va spostato sul posteriore, come fanno in mountain bike. Ricordiamo che un buon corso di guida non è da sottovalutare, anzi sarebbe da prendere in considerazione anche dai più esperti.
Ricordiamoci anche che un’uscita di allenamento o una passeggiata con un gruppo di amici non è una gara. Meglio stare a trenta cm. dal ciclista che ci precede, magari prendendo un pò di vento in faccia, piuttosto che toccare la sua ruota e cadere rovinosamente!
Bravo, verissimo! Inoltre il cadere toccando le ruote di chi ci precede è doppiamente pericoloso, in quanto si può essere investiti da un’auto che segue, situazioni purtroppo già successe.