“I marchi Italiani che una volta rappresentavano il non plus-ultra delle biciclette si sono abbassati a produrre in Asia. La forza di Daccordi è che l’intero processo produttivo è rimasto in Italia.”

Questo è quello che ci dice Seiji Hishiguro, dirigente di Cycle Creation Japan, in visita oggi alla nostra produzione di biciclette. Mr. Hishiguro apprezza le biciclette Italiane e ci conferma che ai Giapponesi il brand Italiano piace assai. A conferma di ciò è sufficiente dare un occhiata agli ordini che arrivano dal paese del Sol Levante dove, a differenza dell’Italia, vi è una particolare sensibilità non solo  alla tecnologia del carbonio ma anche alla classicità dell’acciaio. Quello che noi chiamiamo “vintage” per loro è un vero e proprio must, uno stile di vita.

Il marchio Italiano piace ed è per questo che negli ultimi anni se ne è visto un uso eccessivamente inflazionato. Molti produttori italiani hanno  avviato processi di outsourcing produttivi in mercati esteri pur continuando a stampare e marchiare i prodotti come  “made in Italy” producendo confusione nel consumatore finale. Tanto è apprezzato il made in Italy che, addirittura,  alcune aziende straniere ricorrono a nomi italiani per i loro prodotti, nonostante non abbiano nulla a che fare con il nostro paese. Tutto questo è altamente fuori controllo e, oltre a generare confusione nel consumatore finale, penalizza chi procede correttamente.

La visita alla nostra produzione di biciclette da parte di appassionati stranieri deriva dal fatto che qui possono veramente toccare con mano dove e come una bicicletta viene costruita. Da molti anni ormai abbiamo aperto le porte – previo appuntamento – alle visite in ditta, anche per dimostrare e far toccare con mano il nostro valore più grande: la produzione fatta da mani Italiane.

La considerazione di Mr. Ishiguro è data da una lunga esperienza nel settore. Gli stessi valori si possono applicare a molte altre nazioni, dove ai nostri giorni il marchio Italiano viene sempre apprezzato, ma è offuscato dalla paura di comprare semplicemente una scritta Italiana su di un prodotto fatto in Asia. I marchi Americani o Tedeschi non soffrono di questo problema in quanto non hanno storicità ciclistica, mentre le produzioni Italiane sono figlie di decenni di storia – ricordiamo che le bici da competizione in Italia erano prodotte già nei primi anni del ‘900, mentre per esempio in America vengono prodotte solamente dagli anni ’60 – e questa loro “paternità” storica le rende indivisibili da ciò che rappresentano: cultura della bicicletta, conoscenza, ma anche manualità ed artigianalità.

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