come affrontare una salita a gradoni in bici

Siamo saliti alle Sorgenti del Piave con l’ex Professionista Patrick Martini in sella a una Daccordi Borea. Abbiamo affrontato questa dura salita, definendola “a gradoni”. Perché l’abbiamo definita così, e affrontare una salita “a gradoni” in bici?

Caratteristiche di questa salita

Con gradoni ovviamente vogliamo dire a strappi. Cioè un alternarsi tratti molto ripidi a tratti quasi pianeggianti. Questa è la caratteristica principale della salita di Cima Sappada che abbiamo affrontato. Ovviamente questa non è l’unica salita di questo genere. Fra le più famose potremmo annoverare quella di Oropa, dove Marco Pantani diede spettacolo nel 1999, e prima di lui Piotr Ugrumov, che sfruttò l’ultimo muro per staccare Miguel Indurain.

Un’altra salita a gradoni affrontata dal Giro d’Italia è l’Etna. Poi il Carpegna, ma anche Sega di Ala, fra le ultime scoperte della corsa rosa, o ancora Bormio 2000. Tutte salite dalla doppia interpretazione: per alcuni sono tremende perché temono le parti più ripide. Per altri sono comunque fattibili, perché lasciano un momento di respiro fra un pezzo duro e l’altro.

Affrontare una salita a gradoni in bici neve

Programmazione per affrontare una salita “a gradoni” in bici

La programmazione è sempre la base di tutto. Il primo errore che commettono molti è non calcolare il tempo di percorrenza. Se per esempio pensiamo di poter salire ad una velocità media di 12km/, dobbiamo pensare che potremmo impiegarci anche più di 1 ora a salire. In base a questo calcolo bisogna capire come alimentarsi e bere durante la salita. Nel caso di una salita a gradoni questo calcolo è difficile. Ci sono tratti che affronteremo a 8km/h circa. Altri a 16km/h. Un aiuto per effettuare questo calcolo può venire da qualche app che registri uno storico dei ciclisti che sono saliti come per esempio Strava.

Nella programmazione bisogna inserire i rapporti esatti. Mai paura di esagerare con un rapporto troppo corto: magari non servirà, ma possiamo contare su di lui in caso di difficoltà. Per salite come quella che porta alle Sorgenti del Piave, per un ciclista medio partire con una bici equipaggiata con guarnitura compact 34-50 e pacco pignoni 11-32 sarebbe consigliabile. Nel caso di una guarnitura 36-52, sarebbe meglio optare per un pacco pignoni che arrivi fino al 34.

Affrontare una salita a gradoni in bici daccordi

Gestione delle forze

La gestione delle forze su questo genere di salite è difficile, e molti sbagliano l’approccio mentale. Punto uno dobbiamo sempre lasciare una scorta di energie da part per il finale. Punto 2, dobbiamo riuscire a mantenere un passo regolare – per quel che possibile – sul ripido e sui falsi piani. Per passo regolarte ovviamente non si intende mantenere la stessa velocità. Si intende mantenere uno sforzo relativamente costante. Relativamente perché ovviamente quando la pendenza aumenta la spinta dovrà essere superiore. Ma senza esagerare: non si può dare tutto sul ripido, perché questo sforzo sarà ripetuto 5, 6 volte o più a seconda della salita, e un soggetto mediamente allenato solitamente non riesce a superare i 4-5 sforzi massimali. Chi utilizza un misuratore di potenza è notevolmente avvantaggiato nell’affrontare una salita a gradoni in bici, perché può visualizzare e gestire lo sforzo in dettaglio.

La tecnica di pedalata

Quando si parla di salita si tende sempre a pensare al corridore che abbassa la testa e spinge. In parte è vero, c’è poso da inventarsi in salita. Ma un po’ di tecnica e di “mestiere” non guasta mai.

Nei tratti ripidi si deve pedalare in posizione leggermente avanzata sulla sella, per bilanciare il peso in avanti e mettersi in posizione di spinta. Alzarsi in piedi va bene, ma senza esagerare. Di solito pedalando in piedi il cuore batte produce dalle 4 alle 6 pulsazioni al minuto in più rispetto alla pedalata da seduto. Questo ci avvicina alla soglia anaerobica e a lungo andare stanca.

Il ritmo di pedalata deve essere esattamente l’opposto di quello che l’istinto ci porterebbe a fare: sui tratti ripidi dobbiamo riuscire a fare frequenza, con rapporti agili. L’ideale sarebbe 80 pedalate al minuto. Nei tratti di falso piano possiamo usare dei rapporti lunghi senza spingere troppo, sfruttando la scorrevolezza di un ingranaggio più lungo.

I tornati stretti sono solitamente molto ripidi all’interno. Meglio prendere le curve larghe e stringerle in uscita, per non trovarsi ad affrontare 3-4 metri di curva a pendenze maggiori.

alle sorgenti del piave in bici tornanti

Perchè affrontare una salita a gradoni in bici è diverso da una salita regolare

La salita a gradoni solitamente ha dei punti molto ripidi che ci costringe a un utilizzo più intenso della parte forza. Se nella salita regolare possiamo impostare un ritmo che rappresenta il nostro equilibrio fra le nostre capacità cardio vascolari e muscolari, nella salita a gradoni ci troviamo ad uno sforzo muscolare molto intenso che ci porta a esaurire le forze, a sentirci le “gambe dure”. E’ per questo che è fondamentale un approccio in ottica distanza, pensando sempre a risparmiare qualcosa per il finale. Tra l’altro anche cercando la prestazione, una propria soddisfazione personale nel salire, questa mentalità è vincente. Mentre su di una salita regolare trovare subito un buon passo e mantenerlo paga in termini di tempo, nell’affrontare una salita a gradoni si può fare grandi differenze in termini di tempo sulla parte finale di salita.

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