Volevamo scrivere qualcosa per l’anno il 2025. I soliti propositi di miglioramento.
Ma ormai sono anni che speriamo nel miglioramento, e diciamoci la verità: quel capodanno 2020 dove tutti abbiamo brindato e dove dopo poche settimane eravamo tutti rinchiusi in casa ha cambiato qualcosa dentro di noi. Forse è cambiato il nostro modo di festeggiare un nuovo anno, o forse la nostra fiducia nel futuro.
Ciclisticamente parlando, sorgono spontanee delle domande. Ad esempio: è stato fatto qualcosa di concreto per la sicurezza? O ci si è limitati ad aumentare multe e sanzioni, lasciandoci a pedalare su strade sempre più pericolose? E per chi ha scelto il gravel, è giusto che l’unica via per non rischiare la vita sia rifugiarsi nei boschi, lontano dalle auto? È davvero libertà se devi abbandonare le strade che ami?
E ancora: è stato fatto qualcosa per la mobilità alternativa, per le emissioni inquinanti, per promuovere un atteggiamento globale green, del quale la bicicletta è il cuore pulsante?
Ma soprattutto, visto che le risposte le conosciamo tutti e sono tutte piuttosto negative, ci sono le basi per vedere un miglioramento in questo nuovo 2025?
Onestamente noi pensiamo di no. Il futuro non ci sembra così roseo, semplicemente perché il nostro governo ragiona con la vendita delle automobili al centro. E in questo ognuno può fare la sua parte – per esempio andando a scuola in bici al mattino, e diventando così un disobbediente, un rivoltoso che non si piega al business legato al consumo di petrolio – però diciamoci la verità: il cambiamento dovrebbe arrivare dall’alto, altrimenti non ci salveremo.
E allora salviamo il bello che c’è stato nel 2024. Non saranno le vittorie di Pogacar presenti nella nostra lista. Ma quei piccoli particolari che sono le cose belle della vita. E la bici è una di queste.
Treno + bici: un’accoppiata vincente
Nel 2024 abbiamo visto finalmente qualche passo avanti: più treni con spazi dedicati alle bici, addirittura prese per ricaricare le e-bike. Non sono numeri di statistica che vengono sempre manipolati per rendere un risultato comodo a qualcuno, ma fatti tangibili. Viaggi dove la bici diventa parte integrante dell’avventura, non un peso da gestire. E quelle tratte treno+bici, dove sali e ammiri il panorama, sono pura poesia.
Lo specchietto e il campanello
Noi produciamo le bici, ma pedaliamo anche. E anni fa abbiamo iniziato ad andare in bici con il fanale acceso, anche di giorno, proprio come diceva Nico Cereghini, il famoso giornalista-motociclista. E gli altri ciclisti ci prendevano in giro. Ora invece tanti hanno capito che più siamo visibili e meglio è. E noi pensiamo che il 2024 abbia segnato la svolta per lo specchietto retrovisore ed il campanello. I ciclisti hanno iniziato a chiederli. E con ragione, pensiamo noi.
La fine dei KOM e le pause al bar per un caffè
Non abbiamo nulla contro Strava, ma nel 2024 abbiamo iniziato a percepire che tutta questa iper competitività sia diminuita. Questa esaltazione ed estremizzazione di risultati che non producono alcun valore se non quello che di rendersi antipatici agli occhi dei compagni di pedalate. Meglio una bella sosta al bar e offrire un caffè a tutti. Un Kom perso, un momento di vita guadagnato.
Le scelte personali che resistono
Freni a disco o rim? Monocorona o doppia? Acciaio o carbonio? Nel 2024, il ciclismo ha continuato a dividersi tra tradizione e innovazione, e questa diversità è una ricchezza. Da un lato, le novità portano prestazioni incredibili. Dall’altro c’è chi preferisce la semplicità. Non esiste una scelta giusta o sbagliata: esiste la bici che ti fa pedalare con gioia. Anche noi produciamo e vendiamo bici equipaggiate con le ultime technologie, ma siamo felici di vedere ciclisti che scelgono liberamente, senza piegarsi ai trend, pensando con la loro testa e non con quella del marketing, in base a ciò che li rappresenta davvero. In fondo, ciò che conta davvero è amare la strada che hai davanti.
La bici sempre pronta
È tornata l’idea che pedalare non debba essere un sacrificio o un’impresa. Non servono allenamenti infiniti o piani rigorosi: basta avere la bici pronta, lì, nell’angolo del garage. Un giro al volo, appena si ha un’ora libera, può essere più gratificante di un lungo programmato da settimane. Poco e spesso, meglio di niente.
Il gravel: fuga e libertà
Sì, il gravel nasce anche come fuga dalle strade pericolose, ma non dimentichiamo il bello che ci ha regalato. Non è una novità, ma il 2024 ha fatto segnare un vero boom di appassionati di questa disciplina. Sentieri che non avremmo mai esplorato, luoghi che sembrano fuori dal tempo. Pedalare in mezzo ai boschi, lontano dal traffico, è diventato il nostro rifugio. Forse, più che una limitazione, è una nuova forma di libertà.
I pellegrini sulla Via Francigena
Dalla nostra fabbrica, che si affaccia proprio sulla Via Francigena, abbiamo visto passare migliaia di pellegrini diretti a Roma. E’ un trend in netta crescita. Qualcuno si è fermato a chiedere informazioni, qualcuno a riparare la bici, altri addirittura hanno dormito in tenda nel giardino della nostra azienda. È bello vedere così tante persone riscoprire un modo lento, sostenibile e umano di viaggiare. Forse non tutto è perduto.
Buon anno a tutte le cicliste e i ciclisti, senza l’amaro in bocca, ma con il sorriso per un 2025 in sella.